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trattato della pittura |
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e il più vago lavorare che sia), prima abbi calcina e sabbione, tamigiata bene l’una e l’altra. E se la calcina è ben grassa e fresca, richiede le due parti sabbione, la terza parte calcina. E intridili bene insieme con acqua, e tanta ne intridi, che ti duri quindici dì o venti. E lasciala riposare qualche dì, tanto che n’esca il fuoco: chè quando è così focosa, scoppia poi lo ’ntonaco che fai. Quando se’ per ismaltare, spazza bene prima il muro, e bagnalo bene, chè non può essere troppo bagnato; e togli la calcina tua ben rimenata a cazzuola a cazzuola; e smalta prima una volta o due, tanto che vegna piano lo ’ntonaco sopra il muro. Poi, quando vuoi lavorare, abbi prima a mente di fare questo smalto bene arricciato, e un poco rasposo. Poi, secondo la storia o figura che de’ fare, se lo intonaco è secco, togli il carbone, e disegna, e componi, e cogli bene ogni tuo’ misura, battendo prima alcun filo, pigliando i mezzi degli spazi. Poi batterne alcuno, e coglierne i piani. E a questo che batti per lo mezzo, a cogliere il piano, vuole essere uno piombino da piè del filo. E poi metti il sesto grande, l’una punta in sul detto filo: e volgi il sesto mezzo tondo dal lato di sotto; poi metti la punta del sesto in sulla croce del mezzo dell’un filo e dell’altro, e fa’ l’altro mezzo tondo dal lato di sopra, e troverrai che dalla man diritta hai, per gli fili che si scontrano, fatto una crocetta per costante. DallaFonte/commento: Pagina:Cennini - Il libro dell'arte, 1859.djvu/249 man zanca metti il filo da battere, che dia propio in su tuttadue le crocette: e troverai il tuo filo essere piano a livello. Poi componi col carbone, come detto ho, storie o figure; e guida i tuo’ spazj sempre gualivi, o uguali. Poi piglia un pennello piccolo e pontío di setole, con un poco d’ocria, senza tempera, liquida come acqua; e va’ ritraendo e disegnando le tue figure, aombrando come arai fatto con acquerelle quando imparavi a dise-