Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
42 | trattato della pittura |
bucciuolo di avvoltoio; tali che vada in bucciuolo di oca; tali che vada in bucciuolo di penna di gallina o di colombo. Quando hai fatte queste sorte, mettendole insieme ben gualive l’una punta pari dell’altra, togli filo o seta incerata, e con due groppi, o ver nodi, legale bene insieme, ciascuna sorta per sè, secondo vuoi grossi i pennelli. Poi togli il tuo bucciuolo di penna corrispondente alla quantità legata de’ peli, e fa’ che il bucciuolo sia aperto, o ver tagliato da capo; e metti questi peli legati su per lo detto cannello, o vero bucciuolo. Tanto fa’, che n’esca fuora, delle dette punte, quanto puoi premerle di fuora, acciò che il pennello venga sodetto; chè quanto vien più sodo e più corto, tanto è migliore e più dilicato lavorìo fa. Fa’ poi un’asticciuola d’árgiere, o di castagno, o d’altro legno buono; e falla pulita, netta, ritratta in forma di un fuso, di quella grossezza che vada a stretto nel detto cannello, e fa’ che sia lunga una spanna. E hai come si dee fare il pennello di vaio. È vero che i pennelli di vaio vogliono essere di più ragioni: sì come da mettere d’oro; sì come lavorare di piatto, che vuole essere un poco mozzetto colle forbicine, e arrotato un poco in sulla pría proferitica, tanto che si dimestichi un poco; tale pennello vuole essere appuntato con perfetta punta per profilare; e tale vuol essere piccinin piccinin, per certi lavori e figurette ben piccole.
Capitolo LXV.
Come e in che modo dèi fare i pennelli di setole.
I pennelli di setole si fanno in questa forma. Prima togli setole di porco bianco, che sono migliori che le negre (ma fa’ che sieno di porco dimestico); e fanne un pennello grosso, dove vada una libra delle dette setole, e legalo a un’asta grossetta, con groppo o ver nodo di