Pagina:Cennini - Il libro dell'arte, 1859.djvu/81


di cennino cennini. 41



Capitolo LXIII.

Com’è di bisogno sapere fare i pennelli.


Perchè detto ho nominatamente di tutti i colori che con pennello si adoperano, e come si triano (i quali colori sempre vogliono stare in una cassetta ben coverta, col becco sempre in molle, e bagnati); ora ti voglio dimostrare ad operarli con tempera e senza tempera. Ma el ti fa pur bisogno saper a che modo gli puoi mettere in overa; chè non si può fare senza pennelli. Onde lasciamo stare ogni cosa; e fa’ prima che sappi fare i detti pennelli, de’ quali si tiene questo modo.


Capitolo LXIV.

In che modo si fa pennelli di vaio.


Nell’arte è di bisogno adoperare due ragioni di pennelli: cioè pennelli di vaio, e pennelli di setole di porco. Quelli di vaio si fanno per questo modo. Togli códole di vaio (chè di nessun altro son buone); e queste códole vogliono essere cotte e non crude. E i vaiai tel diranno. Abbi questa tal coda: prima tirane fuori la punta, che sono peli lunghi; e asuna le punte di più code, chè da sei o otto punte ti farà un pennello morbido da potere mettere d’oro in tavola, cioè bagnare con esso, come dinanzi ti mosterrò. Ritorna pure alla tua coda, e recatela in mano: e togli i peli del mezzo della coda, i più diritti e più sodi, e a poco a poco ne fa’ cotali particelle; e bagnali in uno mugliuolo di acqua chiara, e a particella a particella gli premi e strigni con le dita. Poi gli taglia con forbicine; e quando ne hai fatto più e più parti, asunane insieme tante, che facci di quella grossezza che vuoi i pennelli; tali che vada in


4*