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24 | trattato della pittura |
di sopra, in forma di scodella, e di grandezza men di scodella, in forma che la mano ne sia donna di poterla menare, e guidarla in qua e là come le piace. Poi togli quantità di questo negro, o di altro color che sia, quanto sarebbe una noce, e metti in su questa pría; e con quella che tieni in mano, stritola bene questo negro. Poi togli acqua chiara o di fiume, o di fontana, o di pozzo, e macina il detto negro per spazio di mezza ora, o di una ora, o di quanto tu vuoi; ma sappi, se ’l triassi un anno, tanto sarà più negro e miglior colore. Poi togli una stecca di legno sottile, larga tre dita, c’abbia il taglio come di coltello; e con questo taglio frega su per questa pria, e raccogli il detto colore nettamente, e mantiello liquido, e non troppo asciutto, acciò che corra bene alla pietra, e che ’l possa ben macinare, e ben raccoglierlo. Poi il metti nel vasellino, e mettivi dentro dell’acqua chiara predetta, tanta che ’l vasello sia pieno; e così lo tieni sempre in molle e ben coperto dalla polvere e d’ogni cattiveria, cioè in una cassettina atta a tenere più vaselli di licori.
Capitolo XXXVII.
Il modo di sapere far di più maniere nero.
Nota che del negro son più maniere di colori. Negro egli è una pietra negra, tenera,1 e ’l colore è grasso. Avvisandoti che ogni color magro è migliore che il grasso: salvo che in mettere d’oro, bolio, o verdeterra, che abbia a mettere d’oro in tavola, quanto più è grasso, tanto viene miglior oro. Lasciamo star questa parte. Poi è negro il quale si fa di sermenti di viti; i quali sermenti si vogliono bruciarli; e quando sono bruciati, buttarvi su dell’acqua e spegnerli, e poi
- ↑ Il Cod. Ricc. aggiunge: che si cava a certe montagne.