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di cennino cennini. | 17 |
maniera dell’uno nè maniera dell’altro non n’arai, e verrai per forza fantastichetto, per amor che ciascuna maniera ti straccerà la mente. Ora vuo’ fare a modo di questo, doman di quello altro, e così nessuno n’arai perfetto. Se seguiti l’andar di uno per continovo uso, ben sarà lo intelletto grosso che non ne pigli qualche cibo. Poi a te interverrà che, se punto di fantasia la natura ti arà conceduto, verrai a pigliare una maniera propia per te, e non potrà essere altro che buona; perchè la mano e lo intelletto tuo, essendo sempre uso di pigliare fiori, mal saprebbe torre spina.
Capitolo XXVIII.1
Come, sopra2 i maestri, tu dèi ritrarre sempre
del naturale con continuo uso.
Attendi, che la più perfetta guida che possa avere e migliore timone, si è la trionfal porta del ritrarre di naturale. E questo avanza tutti gli altri essempi; e sotto questo con ardito cuore sempre ti fida, e spezialmente come incominci ad avere qualche sentimento nel disegnare. Continuando ogni dì non manchi disegnar qualche cosa, chè non sarà sì poco che non sia assai; e faratti eccellente pro.
- ↑ Questo capitolo sparge di gran luce le condizioni di quelle antiche scuole, nelle quali il discepolo imitava sempre il maestro. E non è in natura, che usando sempre lo studiare sullo stesso maestro, non si prenda di sua maniera, e si possa farne una propria. La qual cosa condanna Lionardo da Vinci nel suo trattato della pittura al cap. xxiv, ove dice che un pittore, praticando questo modo, sarà detto nipote e non figlio della natura. (T.)
- ↑ Cioè, più che i maestri.
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