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xii | prefazione. |
donne di Toscana usano questo modo per farsi belle. ma non così le Padovane.
Il Trattato della Pittura di Cennino è di somma importanza per più capi. E primieramente, perchè in esso ci è tramandata non solo la notizia delle pratiche tecniche che a’ tempi suoi s’usavano nel dipingere, le quali ci rendono ragione del perchè le pitture in tavola e in muro de’ vecchi maestri sieno ancora dopo tant’anni così vaghe e fresche e brillanti di colorito; ma eziandio di quelle che erano state nell’arte innanzi a lui; perciocchè vediamo che talune di esse, che già si hanno nell’anonimo Muratoriano, e si incontrano altresì nel Trattato di Teofilo Monaco, erano pervenute per tradizione sino al Cennini; il quale ci fa conoscere quali fossero al suo tempo le dismesse, e quali le modificate, o sostituite alle antiche. Il libro del Cennini è il solo che s’abbia intorno alla manualità e al pratico esercizio dell’arte dopo la rinascita delle Belle Arti; perchè gli scrittori che vennero dopo e trattarono della pittura, intesero più alle speculazioni, che ad istruire nelle industrie e negli avvedimenti applicati all’esercizio di essa. Avvi anche un altro pregio nella sua opera: quello cioè della lingua, sia perchè è il primo trattato tecnico scritto in volgare, sia perchè fa ricca la lingua in quella parte dove più scarseggia, vale a dire nei vocaboli attenenti all’arte.
Il Cennini dichiara nel Proemio (che ci fa sospettare avere egli conosciuto l’opera di Teofilo Monaco, per certe corrispondenze e riscontri di idee) d’aver composto il suo libro a utilità, bene e guadagno di chi alla detta arte vorrà pervenire. Fa Adamo inventore della pittura, la quale pone a sedere in secondo grado alla scienza, coronandola di poesia. E come in tutte le cose e faccende solevano quei buoni