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di cennino cennini. | 79 |
Capitolo CXX.
A che modo dèi cominciare a radere un piano d’ancona ingessato di gesso sottile.
Quando hai finito d’ingessare (che vuol essere finito in un dì, e, se bisogna, mettivi della notte, purchè tu dia le tue dótte ordinate), lascialo seccare senza sole due dì e due notti per lo meno: quanto lasci più seccare, tanto è meglio. Abbi una pezza con carbone macinato, legata a modo di balluzza, e va’ spolverizzando su per lo gesso di questa ancona. Poi, con un mazzo di penne di gallina o d’oca, va’ spazzando e gualivando questa polvere negra su per lo gesso. E questo, perchè il piano non si può radere troppo perfettamente, e perchè il ferro è piano con che radi il gesso, dove lievi, riman bianco come latte. Allora ti avvedi dov’è più di bisogno el radere.
Capitolo CXXI.
Sì come si dee radere il gesso sottile su per li piani, e a che è buona la detta raditura.
Abbi prima un raffietto piano e largo un dito, e gentilmente va’ intorno intorno al piano radente la cornice una fia’. Poi va’ colla tua mella arrotata, piana quanto puoi al mondo; e con leggier mano, non tenendo la detta punta con nessuna strettezza di mano, la va’ fregando su per lo piano della tua ancona, spazzandoti dinanzi ’l gesso con le dette penne. E sappi che questa cotale spazzatura è fine a trarre l’olio delle carte de’ libri. E, per lo simile, con i tuo’ ferretti va’ ra-