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di cennino cennini. | 69 |
natura per grande uso si convertisce in buona pratica. Altrimenti, pigliando altri ordini, non sperare mai che vegnino a buona perfezione. Chè molti son che dicono, che senza essere stati con maestri hanno imparato l’arte. Nol credere, chè io ti do l’essempro di questo libro: studiandolo il dì e di notte, e tu non ne veggia qualche pratica con qualche maestro, non ne verrai mai da niente, nè che mai possi con buon volto restare fra i maestri.
Capitolo CV.
A che modo si fa la colla di pasta, o ver sugolo.
Incominciando a lavorare in tavola col nome della santissima Trinità, invocando sempre suo nome e della gloriosa vergine Maria, fare ci conviene il fondamento: cioè, e’ sono chiamate di più ragioni colle. L’è una colla che si fa di pasta cotta, la quale è buona da cartolari e maestri che fanno libri, ed è buona ad incollare carte l’una coll’altra, e ancora attaccare stagno con carta. Alcuna volta ci è di bisogno per incollare carte per fare i strafori. Questa colla si fa per questo modo. Abbi un pignattello presso a pien d’acqua chiara, fa’ che si scaldi bene. Quando vuol bollire, abbi della farina ben tamigiata; mettine a poco a poco in su ’l pignattello, di continovo rimenando con uno stecco o cuslieri. Lasciala bollire, e fare che non sia troppo soda. Tra’la fuori, mettila in una scodella; se vuoi che non puzzi, mettivi del sale: e così l’adopera quando tu n’hai per bisogno.