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menzione la maggior parte di essi, non posso tacere del bell’esemplare membranaceo, ricchissimo di minii, in cui il testo è accompagnato dal commento di Francesco da Buti, scritto da un Giovanni di Nicolao nel 1400; nè dell’altro, pur membranaceo e veramente magnifico per la bellezza delle pergamene e la vaghezza delle miniature, che Cristoforo degli Almerighi da Pesaro, essendo potestà di Firenze, fece fare per Marina sua moglie nel 1457. E abbenchè sia stampato su cartapecora nel 1481, credo di dovere annoverare fra i codici la Divina Commedia col commento di Cristoforo Landini, perchè è appunto l’esemplare che il commentatore presentò alla Signoria di Firenze; ed è abbellito da una elegante miniatura che tutto comprende il frontespizio, e sulla coperta porta dieci nielli, opera forse del Pollaiolo.

Preziosa per belle pergamene, per nitidezza di scrittura e per le miniature, attribuite dagl’intelligenti ai fiorentini Monte e Gherardo, è la cosmografia di Tolomeo; e per li stessi pregi è notevole un poema in terza