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L’asceta.


    Tu che t’inchini già verso la zolla
    per aver troppo riguardato i cieli,
    e attonito a’ tuoi simboli crudeli
    scordi la vita che a tuoi piè rampolla,

    levati e vivi! Guarda come aneli
    la vita oppressa e in gurgiti ribolla
    in fondo ai mari, e in folgori s’estolla
    pur su le vette immobili di geli.

    Oggi digiuno per gavazzar poi,
    non sai ch’eterno è l’attimo felice
    se lo riempia il ritmo del tuo cuore?

    Ma tu non odi e muori, mentre noi
    viviamo, consci che non ha radice
    nella morte una vita ulterïore.


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