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Il figlio.
   Ma il figlio intorno per la nebbia esplora:
   scorge su quella l'ombra sua gigante:
   questa era Dio. Poi guarda il ciel distante
   ove nascono mondi ad ora ad ora.
   L'universo ci ignora. Il fluttuante
   mar dell'essere ci agita e divora,
   minimi nell'immenso. Forse adora
   la formica il calzare del passante?
   Allora, mentre il padre trema e prega,
   «Terra, almen tu sei mia!» pianta la stiva
   nel suolo, e il frutto della vita afferra.
   Alcuno in nome di quel Dio ci nega
   quel ch'è di tutti? No, fratelli. E viva,
   nostra comune eredità, la Terra!