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L'orfano.


    L’orfano udì nel sonno uno scalpiccio
    vicino. Eran le gocce delle gronde?
    Chiama: «Nonno!» Le tenebre profonde
    gli riempiono il cuor di raccapriccio.

    «Prendimi teco!» E come non risponde
    quegli, pronto ad ogni suo capriccio,
    sale, con occhi chiusi, il pagliericcio
    del nonno e tra le coltri si nasconde.

    Si rannicchia tremando accanto al nonno.
    L’altre volte dicea questi: «Che hai?»
    e pur nel sonno lo traeva in braccio.

    Lo scuote: nulla. È freddo come il ghiaccio.
    Lascia che dorma, bimbo; tu non sai
    quanto sonno lo tiene, quanto sonno!


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