Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
«Mia!»
Tuo forse il sole, e l’aria cogl’incensi
delle zolle fruttifere, e i viventi
onde assorbi la vita, e gli elementi
che nel tuo sangue per brev’ora addensi?
Tuo quel che vedi e ascolti? Obbedïenti
al tuo voler perennemente i sensi?
tuo quel che fai, che imagini, che pensi?
Tu stesso t’appartieni?... No. Lo senti.
No! Perchè nel suo cerchio un amor, cieco
come il vento dei pollini, vi chiuse,
tu chiami tua la umana creatura!
Nulla è tuo! Fuorchè l’attimo che seco
la volontà dell’Essere vi fuse
per trar di voi l’umanità futura.
— 35 — |