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È nato!


    Eccolo. Chi? Napoleone o Dante?
    Prole di re, prole di genî, oscura
    semenza della turba, a la ventura
    lanciata?... E la sua favola, un istante.

    Il suolo ov’ei dimora è sepoltura;
    ceneri e mausolei. Nano o gigante
    sparirà come gli avi, e sul quadrante
    dell’immenso non resta ombra o figura.

    Che importa? Qual tu sia, da l’infinito
    de’ cieli già ti contenea vitale
    la nebulosa nel suo sciame d’oro.

    Benvenuto sia tu, col tuo tesoro
    d’amore. E vivi! Nulla al mondo vale
    la tua lagrima prima e il tuo vagito!


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