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II.
Efimeri occhi! Là risplende un sole
dove per voi la nebulosa sciama:
un urto infiammò il ciel, pende una mole,
là dove nessun lume ancor vi chiama.
Forse non lungi una fraterna prole
per una terra l’opre sue dirama,
lancia nel cielo numeri e parole,
cerca, foggiasi dèi, sè dio proclama.
Anima mia smarrita! È giunta l’ora
che una nenia nostalgica t’appella:
«Uomo, ignora e dispera, ignora e adora!»
No. Tu gl’ingegni ai sensi rinnovella,
e per gli spazî e per i tempi esplora,
occupa l’universo a stella a stella!
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