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Duplex, omnis et unus.
Per me desiderai le rose, il vino,
la voluttà, le gioie tutte, per me?
Ben poco m’ebbi e sazio ero. Perchè?
Avevo udito piangermi vicino.
Ben poco m’ebbi e tutto diedi, infino
che sentendomi privo anche di me,
trovai colei che a me stesso mi diè,
e fummo un’onda nel ritmo divino.
Or tutto io sono, tutto effondo, aduno,
il pane e l’acqua ed il dolore umano
trasmuto in sangue ed in pensier’ d’amore.
Sibilla ed io: ch’io son duplice e uno,
una mano, pur mia, nella mia mano
e un cuore, altro mio cuor, dentro il mio cuore.
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