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II.
L’albero si chinò sopra uno schianto
aperto nelle sue viscere stesse
quando i due rami giovinetti oppresse
il soffio della morte e un giacque infranto.
E attende, il padre. Con entrambi intanto
cammina: nei silenzî ode sommesse
voci. Nè guarda; come se temesse
fugare un’ombra che gli viene accanto.
E si desta al mattin con un singhiozzo
chiuso. Perchè? Non ritornò l’assente?
Pur scialbo è il sole e l’anima non paga.
Poi lo sorprende una tristezza vaga:
ed ei s’ascolta, come chi repente
sente il braccio doler che gli fu mozzo.