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VI. — LE STELLE E LE NEBULOSE. 51

stelle onde sono composti. Tale è la macchia bianca Presepe (tav. XXXI) nella costellazione del Cancro, che con un buon cannocchiale da teatro già si risolve in 30 piccole stelle; tale è la macchia pallida nell’impugnatura di Perseo, vicino alla stella χ, nella quale con un modesto cannocchiale si arriva presto a separare distintamente le singole stelle che la compongono.

Vi sono in cielo cumuli di stelle, e sono numerosissimi, che conservano aspetto nebuloso anche sotto cannocchiali di qualche forza, e che si risolvono in istelle solo attraverso a cannocchiali potentissimi. Il cumulo nella costellazione di Ercole in un cannocchiale mediocre (tav. XXXII) appar come una miscela di stelle e di nebulosità, in un cannocchiale forte si risolve (tav. XXXII) in stelline numerose come le arene del deserto. Il cumulo intorno alla stella κ della Croce resiste a molti cannocchiali, e solo sotto ad uno grande si risolve in istelle; presenta allora uno dei più vaghi spettacoli del cielo; le sue stelle più facilmente visibili salgono a 110; sono splendide e variamente colorate (tav. XXXI); appaiono nel loro insieme così leggiadre, che il cumulo loro si chiama Gemma per antonomasia. Nella costellazione del Toro v’è una nebulosità rimasta per lungo tempo irrisoluta, e che per ciò e per la sua forma va distinta universalmente col nome di nebulosa Cancro (tav. XXXVI). Essa è un cumulo di stelle; nella sua massa fortissimi cannocchiali vedono stelle letteralmente innumerevoli; dalla sua massa partono filamenti debolmente luminosi, e finora non risolti in istelle.

Sui cumuli stellari si fondarono tutte le speculazioni intorno alla distribuzione della materia nei Sistemi siderei. È difficile ammettere, che un dato cumulo sia l’effetto di una casuale proiezione prospettica; è difficile non ammettere, che le stelle di ogni cumulo formino un vero e speciale sistema fisico. È facile sopra questi principii immaginare un vasto Sistema sidereo.

I piccoli cumuli, visibili ad occhio nudo o facilmente risolubili, sono sistemi speciali di stelle, analoghi ai sistemi multipli, e, come questi, parte integrante del grande Sistema stellare, al quale il Sole appartiene e che forma la Via lattea.

Il grande Sistema della Via lattea, veduto da un punto cosmico lontano e convenientemente situato, non può apparir altro che come un grande cumulo di stelle. I grandi cumuli, di cui le stelle sono innumerevoli, non sono che altrettante Vie lattee dello spazio cosmico, viste in iscorcio.

Ogni Via lattea è un grande Sistema stellare, complesso e formato di innumerevoli sistemi stellari minori, e di ancor più innumerevoli sistemi planetarii.

Le Vie lattee diverse formano un Sistema sidereo d’ordine superiore e infinitamente vasto.

È questo tutto un ordine di idee verosimili, le quali però, più che alla scienza, appartengono ancora al regno sconfinato delle opinioni.

22. Dai cumuli stellari vanno essenzialmente distinte le nebulose. Anche queste appaiono come masse di materia cosmica, di color pallido, bianchiccio, simile a quello della Via lattea; anch’esse quasi nuvolette (nebulose) rompono l’oscurità del cielo, ma hanno questo di caratteristico, che sotto nessun cannocchiale si risolvono in stelle.

La costituzione delle nebulose, rimasta per lungo tempo un enigma, fu rivelata dallo spettroscopio. Il loro spettro è quello dei gas luminosi, ed è formato da 3 o da 4 righe lucide (tavola XXXVI, fig. 1 e 2), dimostranti che l’idrogeno è uno dei componenti loro principali. Le nebulose sono in uno stato fisico totalmente diverso da quello delle stelle e del Sole. Le stelle sono in istato di incandescenza, emettono raggi d’ogni specie, e solo una parte di questi è assorbita dalle loro atmosfere. Nelle nebulose la materia è in uno stato di mera combinazione chimica, così com’è nelle nostre fiamme, ed emette per conseguenza raggi di una o pochissime qualità.

23. Vi sono regioni del cielo specialmente ricche di nebulose; altre ne mancano interamente. Nella regione dove si radunano lo Scudo di Sobieski, il Sagittario e lo Scorpione, nella Vergine, in Andromeda ed in Orione s’incontrano le nebulose più splendide e le più grandi.

Al di sopra della stella β di Andromeda, verso il polo, v’è la nebulosa rappresentata dalla tav. XXXV così come appare nei forti cannocchiali. Ha forma ovale, tre regioni più splendenti, e, vicino ad una di queste, due righe nere. Le tre regioni più brillanti sono quelle che appaiono isolate e separate nei cannocchiali piccoli, e provengono da ciò che in esse noi proiettiamo maggior massa di materia nebulare. Le stelline, ond’è disseminata, pare non appartentengano alla massa della nebulosa, ma solo sovr’essa si proiettino.

Sotto alle tre stelle splendide ζ, ε, δ, formanti la cintura di Orione, v’è una delle più strane e grandi nebulose. Meglio è rinunziare a descriverla. La sua struttura è così irregolare e complessa, che disegni diversi di essa fatti a mano e con cannocchiali diversi appena lontanamente si rassomigliano. La tavola XXXIV riproduce il disegno fattone da lord Rosse con un telescopio potente due volte e. più quello di Herschel; caratteristici sono in questo disegno quei fiocchi di luce viva, separati da venature nere.

Le stelle principali delle Pleiadi hanno ciascuna un nome proprio (tav. XXXI). Attorno a Merope (tav. XXXI, num. 4) si sviluppa una nebulosa brillante a forma di largo ventaglio; intorno a Maia (num. 6) un altro piccolo e meno lucido ventaglio nebuloso si svolge; l’intero cumulo delle Pleiadi è avvolto da una tenue massa nebulosa, di cui dapprima si videro solo le parti più brillanti, e che nei forti cannocchiali di oggigiorno appare così com’è disegnata nell’annessa tavola.

24. La diversa costituzione delle nebulose e delle