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48 VI. — LE STELLE E LE NEBULOSE.

non più sottili, ma sensibilmente larghe, non più uniformemente oscure in tutta la loro ampiezza, ma oscure su un fianco, sfumate sul fianco opposto; prendono allora il nome di scanalature oscure o d’assorbimento, nome suggerito ai primi osservatori dal loro aspetto stesso.

Negli spettri delle diverse sorgenti di luce si hanno, a seconda dei casi, righe o scanalature lucide e colorate, righe o scanalature oscure e d’assorbimento.

Ciò posto, tutti gli spettri stellari, pochissime eccezioni fatte, possono ridursi a quattro tipi principali.

Il primo tipo è uno spettro formato dalla successione quasi continua dei sette colori ordinarii dell’iride, e solcato da poche righe oscure, alcune delle quali più forti ed intense (tav. XXXVII fig. 1). Le stelle che producono questo tipo di spettro, sono o bianche o azzurrognole.

Il secondo tipo è uno spettro del primo non meno luminoso, ma solcato trasversalmente da righe oscure, numerose, sottili e occupanti le stesse posizioni che quelle dello spettro solare. È uno spettro perfettamente simile a quello del Sole (tav. XXXVII, fig. 2), ed è prodotto dalle stelle gialle.

Il terzo tipo è prodotto dalle stelle ranciate e rosseggianti. È uno spettro nel quale le diverse bande colorate sono solcate, in alcuni punti da righe nere sottili, in altri da righe larghe, o scanalature, oscure dalla parte verso il violetto, sfumate da quella verso il rosso. Nel suo insieme questo spettro si presenta come una colonna scanalata veduta di prospetto (tavola XXXVII, fig. 3).

Il quarto tipo è il più bizzarro e vario: è formato da bande luminose interpolate da bande oscure, e nel suo insieme presenta esso pure, come il terzo, l’aspetto di colonna scanalata, ma in ciò si distingue nettamente dal terzo, che in esso mancano righe sottili nere, e le scanalature sono oscure dalla parte verso il rosso, sfumate da quella verso il violetto (tav. XXXVII, fig. 4). Questo quarto tipo raccoglie alcune stelle di piccola grandezza, e per lo più di colore quasi rosso.

Poche stelle producono spettri diversi dai quattro tipi descritti: sono spettri che hanno righe semplici isolate, che, al posto di alcune righe oscure degli spettri ordinarii, portano delle righe lucide, e che, volendo, potrebbero radunarsi in un quinto tipo a righe lucide.

17. Nella spettroscopia in generale i fatti seguenti paiono abbastanza dimostrati ed indubitabili.

I corpi semplici ad altissime temperature dànno uno spettro a righe strette, distinte, sottili; se ad altissime temperature, e inoltre sottoposti a forti pressioni, dànno nello spettro righe meno bene limitate e definite da amendue le parti.

I composti chimici dànno spettri di tutt’altra natura; gli ossidi, i cloruri, le differenti specie di idrogeno carbonato mostrano allo spettroscopio bande oscure, non uniformemente tali in tutta la loro super-

ficie, ma sfumate, fosche cioè da uno dei lati e più chiare dall’altro.

Gli spettri delle stelle offrono appunto questi diversi caratteri, ed è spontaneo il pensare, che la diversa temperatura e la conseguente diversa composizione chimica sieno le cause, che producono i diversi tipi di spettri stellari.

Esistono probabilmente stelle a temperatura elevatissima; i gas metallici esistenti nelle loro atmosfere esercitano sulla luce delle loro fotosfere un assorbimento minimo, e le righe oscure sono per conseguenza nei loro spettri o tenuissime, o affatto invisibili, o rovesciate qualche volta in lucide. Sono le stelle che dànno spettri del primo e del quinto tipo.

Esistono stelle a temperatura più bassa, ma ancora assai elevata; nelle loro atmosfere, così come in quella del Sole, possono esistere vapori metallici capaci di assorbire la luce della fotosfera, e la di cui facoltà assorbente è resa manifesta appunto dalle numerose righe oscure dello spettro. Sono le stelle che producono spettri del secondo tipo.

Esistono stelle a temperatura molto bassa, e bassa al punto che composti chimici possono generarsi e mantenersi nelle loro atmosfere, producendo un assorbimento forte e reso manifesto dalle scanalature oscure, passanti per sfumature da uno ad un altro grado di oscurità. Sono le stelle che producono gli spettri del terzo e del quarto tipo.

Alcuni, dai fatti e dai principii esposti, trassero la conseguenza, che le stelle passano per diverse fasi di svolgimento, contrassegnate ciascuna da un diverso grado di temperatura, e che esse sono astri i quali vanno successivamente perdendo di calore, predestinati tutti a spegnersi col tempo. È questo un ordine di idee, che ha per ora piccolo fondamento. Se esso fosse vero, gli spettri delle stelle dovrebbero incessantemente mutare e trasformarsi gli uni negli altri; dovrebbero fra essi esistere spettri di transizione, prodotti da stelle che stanno fra quelle di altissima e quelle di alta temperatura, fra queste e quelle di temperatura molto bassa. Nulla di tutto ciò si osserva, nè che il Sole e le stelle debbano necessariamente spegnersi è principio finora abbastanza dimostrato (cap. I, par. 12). Alcune recenti ricerche tendono anzi a far pensare, che tutti i corpi dell’universo sono o sono stati sciami di meteoriti; che le differenze presenti fra loro dipendono da differenze di temperatura, o da differenze di distanze reciproche dei meteoriti costituenti; che fra le stelle, alcune vanno crescendo di temperatura, altre diminuendo. Si tratta però di indagini ancora incomplete, di concetti che stanno ora appunto svolgendosi, e che qui basta avere accennati, poichè da nuovi e prolungati studi potrebbero venire profondamente modificati.

18. In ogni tempo la Via lattea attrasse l’attenzione degli uomini. Come una gran fascia si estende per tutto il firmamento; è press’a poco circolare; pel suo pallido color bianco-latteo-diffuso si distacca