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34 IV. — LE COMETE.

con ogni precisione, fu invano atteso, e molto probabilmente la massa loro andò dispersa nello spazio. La Cometa Biela fu vista rompersi in due, e dopo qualche tempo cessò le apparizioni sue; altre comete furono vedute sdoppiarsi, rompersi anzi in più frammenti, la telescopica Cometa 1889, V fra le altre; di parecchie comete può dirsi che formarono altra volta un unico corpo, sì perfetta è l’analogia dei loro rapporti geometrici, e tutti questi fatti rendono probabilissimo quello della dispersione continua e progressiva della materia delle comete.

14. La scienza co’ suoi studi intorno alla costituzione fisica, al moto, al numero delle comete è riuscita a sfatarle. Astri terribili furono esse per lunghi secoli ritenute, presso i Greci, presso i Romani, in Europa ancora nel secolo decimosesto.

Le comete, si disse e si credè fermamente, sono segnali precursori di sventure umane, avvertimenti degli Dei corrucciati, indizii dell’ira di Dio. L’umanità si è oramai persuasa che dagli astri non deve temere nè guerre, nè rivolgimenti sociali, nè altre simili calamità, delle quali così le cause come i rimedii essa deve sovratutto e solo cercare in sè medesima.

Le comete, si disse, producono siccità, tempera-

ture estreme ed eccezionali dell’atmosfera terrestre, malattie infettive, pesti. Tutto questo cadde di fronte al grande numero delle comete esistenti. Noi siamo in rapporti continui colle comete, e se l’influenza loro sulle nostre vicissitudini atmosferiche esistesse davvero, sarebbe un fatto incessante, perenne, d’ogni giorno, d’ogni ora. A nulla valgono le ricerche statistiche fondate nel numero delle comete vedute in questo e quell’anno, poichè il numero stesso è una frazione trascurabile delle comete non viste, non visibili e realmente esistenti.

Le comete, si disse infine, sono un pericolo che perennemente sovrasta alla Terra e al Sistema planetario. Astri che si muovono con sì gran velocità, e in ogni direzione, e in ogni plaga dello spazio possono oggi, domani, in un istante qualunque del tempo, scontrare, urtare la Terra... Collisionem tantorum corporum, ac tanta vi motorum avertat Deus Optimus Maximus... Dalla tenuissima massa delle comete nè la Terra, nè gli altri pianeti possono temere effetti meccanici sensibili. L’urto di una cometa colla Terra si risolverebbe (capitolo seguente, paragrafo 4), in una splendida e memorabile pioggia di stelle cadenti.