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III. — SISTEMA PLANETARIO O SISTEMA DEL SOLE. | 27 |
numerico seguente dà per ciascuno di questi satelliti il nome, la distanza dal centro di Saturno espressa in raggi equatoriali di questo, la durata della rivoluzione intorno a Saturno espressa in giorni, ore, minuti e secondi, il diametro espresso in chilometri.
Satellite | Distanza Saturnicentrica | Durata della rivoluzione | Diametro | |||
r | g | h | m | s | km | |
1. Mimas | 3,02 | 0 | 22 | 37 | 6 | 513 |
2. Encelado | 3,88 | 1 | 8 | 53 | 7 | 635 |
3. Teti | 4,80 | 1 | 21 | 18 | 25 | 989 |
4. Dione | 6,16 | 2 | 17 | 41 | 9 | 941 |
5. Rhea | 8,60 | 4 | 12 | 25 | 12 | 1295 |
6. Titano | 19,96 | 15 | 22 | 41 | 24 | 2443 |
7. Iperione | 38,26 | 21 | 6 | 38 | 30 | 330 |
8. Japeto | 58,04 | 79 | 7 | 56 | 40 | 843 |
17. Nel 1781 Guglielmo Herschel segnalò una stella di sesta grandezza, dotata di lentissimo moto proprio apparente, e che qual fissa era già stata da altri osservata nel 1690 e nel 1756. Ben presto gli astronomi s’avvidero che l’astro segnalato, e per le apparenze sue, e per le circostanze del suo moto non poteva essere altro che un nuovo pianeta del Sistema solare, e lo chiamarono Urano. Si aggira attorno al Sole in una vasta ellissi, poco eccentrica e di cui il semiasse maggiore è più che doppio di quello che appartiene all’orbita di Saturno; dalla Terra appare come un dischetto pallido, il cui diametro misura appena 3,9 secondi d’arco; il contorno di questo disco, considerato attentamente, risulta ovale, e questa sua forma e alcune sue macchie recentemente osservate permettono di indurre con fondamento, che Urano esso pure ruota rapidissimamente intorno a sè medesimo. Nello spettroscopio Urano produce uno spettro debolissimamente luminoso, e difficile da osservare; ciò malgrado si notano in esso le righe proprie dello spettro solare ed altre righe oscure ad esso speciali, e questo prova che la luce di Urano è luce solare riflessa, e che attorno ad Urano esiste un’atmosfera capace di esercitare sui raggi del Sole un’efficace azione assorbente.
Attorno ad Urano si aggirano quattro satelliti, che sono fra gli oggetti del cielo più difficili ad essere veduti, ed ai quali si arriva solo con telescopi e cannocchiali fra i più potenti. Ariel, il più vicino al pianeta, si muove ad una distanza media da questo misurata da un angolo apparente di 13,8 secondi, e compie la sua rivoluzione attorno ad Urano in due giorni e mezzo circa (2g 12h 29m 21s); Umbriel, Titania, Oberon si muovono a distanze apparenti dal pianeta in media uguali rispettivamente a 19,20 a 31,48 a 42,10 secondi d’arco, e compiono le loro rispettive rivoluzioni in quattro (4,1442), in otto (8,7059), in tredici (13,4633) giorni. Tutti e quattro questi satelliti hanno orbite di una eccentricità insensibile alle nostre osservazioni; tutti, almeno per quanto i fatti osservati possono dimostrare, si muovono in uno stesso piano, e questo piano è quasi
18. La scoperta di Nettuno è un trionfo dell’astronomia matematica, ed è insieme una prova stringente del Sistema Copernicano. Studiando il moto di Urano attorno al Sole, si trovò che di esso non si poteva dare abbastanza ragione supponendo che avvenisse sotto l’azione sola del Sole e degli altri pianeti noti. A darne completamente ragione era necessario ammettere nello spazio una nuova massa attraente, od in altre parole un nuovo pianeta al di là di Urano. Del nuovo pianeta si calcolò la posizione in cielo, e a un grado di distanza dal luogo precalcolato esso fu appunto scoperto nel 1846; lo si chiamò Nettuno.
Nettuno segna ora il confine noto del Sistema planetario e compie intorno al Sole, a grande distanza da esso, una rivoluzione in circa 165 anni (164a 285g 15h 0m 43s). Appare in cielo come un disco pallido, uniformemente luminoso e terminato da un contorno ben definito; ha un diametro apparente variamente determinato dai diversi osservatori, ed in media uguale a 2,7 secondi d’arco; finora non potè nel contorno del disco del pianeta essere constatata forma ovale sensibilmente diversa dalla circolare, nè sulla superficie sua furono viste o striscie diversamente luminose, o macchie.
Attorno a Nettuno finora fu scoperto un solo satellite, e lo fu nel 1847. Esso muovesi intorno al pianeta ad una distanza media apparente di 16,3 secondi d’arco, compie la sua rivoluzione in circa 6 giorni (5g 21h 5m 51s), è più facilmente osservabile che non i satelliti di Urano, e pare questi superi d’assai in grandezza.
Lo spettro luminoso di Nettuno è di difficilissima osservazione, e pare lo si possa ritenere analogo a quello di Urano, ciò che accennerebbe ad analoghe condizioni fisiche dei due pianeti.
19. Nel Sistema planetario il Sole soltanto irradia luce propria, tutti i pianeti sono tenebrosi, e tutti, la Terra non esclusa, splendono nello spazio per luce solare riflessa. Mercurio, Venere, Marte e Terra si rassomigliano qual più, qual meno; sono in massima parte costituiti da un nucleo solido e tutti hanno un’atmosfera; sono poveri di satelliti: Mercurio e Venere ne mancano, se pure le osservazioni non riusciranno in avvenire a scoprirne qualcuno, Marte ne ha due piccolissimi, la Terra uno; hanno diametri relativamente piccoli, e piccole masse. Giove, Saturno, Urano, Nettuno son dissimili dagli altri pianeti più prossimi al Sole (pianeti inferiori), ma hanno fra loro essi pure analogia di caratteri; hanno diametri grandi, masse potenti; sono in tutto o in massima parte formati da materiali allo stato fluido, e, benchè in condizioni fisiche diversissime da quelle dei pianeti inferiori, i materiali loro non sono da quelli di questi ultimi essenzialmente diversi; sono ricchi di satelliti, Giove contandone quattro, Saturno otto, Urano quattro.
Molto su questi pianeti diversi, su questi corpi