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sostenere una lotta così dolorosa. Vedeva bene quanto fosse tristo il non avere una persona amica nel mondo, alla qual confidare le proprie trepidazioni, le proprie sventure ed aver sollievo nel versare almeno il pianto su di un seno fidato! Erano scorsi quasi tre mesi di questa vita di continuo patimento, di continua battaglia!

Un giorno più del solito stanca e abbattuta stava nella sua cameretta; entrò Sebastiano; era allegro, socchiuse la porta, ed avvicinandosi a lei le disse che ella era stata chiesta in matrimonio da Pietro; il quale essendo dovuto stare per qualche tempo lontano presso un suo fratello gravemente malato non aveva potuto fino allora manifestare alla propria famiglia questo suo divisamento; che tutti in casa di lui erano lietissimi di queste nozze, perchè non avrebbero potuto trovare una ragazza più assennata e più buona di lei, e che gli dicesse apertamente il proprio sentimento, giacchè Pietro lo attendeva sull’uscio di casa ansioso di sapere una risposta.

A queste parole inaspettate, a questa notizia imprevista la povera fanciulla non potè rispondere: un nodo le serrava la gola e la troppa commozione non le lasciava forza per parlare. Tanta e sì inattesa felicità le pareva un sogno: ella dunque poteva aprire il cuore ad un dolce ed ineffabile affetto? Ella dunque troverebbe sulla terra una persona che l’amerebbe, che la farebbe sempre felice? Sventurata orfanella, ella dunque non sarebbe più sola nel mondo ed entrerebbe in una famiglia alla quale apparterebbe veramente? E quel palpito, quel palpito ch’ella sentiva e che voleva reprimere era dunque amore, e quell’immagine vaga e indistinta che da per tutto la seguitava, era dunque quella di Pietro? Tali ed altri pensieri le si affollavano confusi nella mente allorchè di subito si vide spalancare la porla, e Pietro entrò precipitoso nella stanza. Egli non aveva più potuto resistere alla crudele ansietà