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casini di campagna, ove ricavano parte del vino loro bisognevole, e dove passano villeggiando buona parte dell’autunnale stagione.
Anche di presente il più dei Vigezzini recasi fuori Stato per procacciarsi il denaro bastante a supplire alle mancanze provenienti dalla sterilità del suolo nativo. Dalla tavola decimasettima si deduce che la somma totale dei Vigezzini che trovavansi fuori Stato nell’anno milleottocento trentotto ascende a novecento sessantaquattro, cioè duecento ventitré nel Regno Lombardo-Veneto, cento diciotto negli altri Stati d’Italia; trecento sessantasette a Parigi; cento diecinove nelle altre parti della Francia; quarantaquattro nella Svizzera; quarantasette nella Germania; nove nella Baviera; venti nell’Olanda; sette nella Spagna; uno nell’Inghilterra; tre oltremare, e sei finalmente in luoghi ignoti. Questa cifra sta a quella della popolazione a un di presso come uno a cinque, e sta a quella della popolazione maschile, come uno a due e tre quarti. Per tal modo un quinto della popolazione totale, e più del terzo degli uomini di Vigezzo si trovano fuori della Valle, e dello Stato, onde procacciare a se stessi, ed alle loro famiglie il necessario sostentamento. Di queste emigrazioni alcune sono annuali, e periodiche, altre temporarie, e d’incerta durata. Tutte poi si riferiscono a’ Vigezzini, che non hanno abbandonata la Valle, che ritengono nella medesima famiglia, e domicilio, e che di quando in quando ritornano, e passano in patria qualche tempo. La tavola decimaottava distribuisce gli assenti secondo le rispettive professioni, e dalla medesima deduciamo che vi sono n° 34 gioiellieri, orefici, e chincaglieri; n° 66 pittori; n° 64 negozianti, e merciai; n° 81 esercenti arti meccaniche; n° 309 fumista; n° 195 spazzacammini; n° 15 militari; n° 18 di professioni diverse; n° 11 di professione incerta; n° 142 donne, e ragazzi, e così in totale i predetti n° 964. I gioiellieri erano molto più nume-