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te, ed i venti che dominano impetuosi nella valle presto le trasportano, Iddio sa dove. Per tal modo la letaminazione riesce, può dirsi, di nessun profitto, ed i terreni mantengonsi aridi, magri, e sterili ad onta dei sudori delle contadine di Vigezzo. Sappiano queste, che il letame deve fermentare per essere veramente proficuo: che questa fermentazione non può aver luogo se esso letame non è ammontichiato, e lasciato in riposo per lungo tempo; che solamente mediante questa fermentazione le foglie, e le paglie con cui viene frammisto lo sterco si scompongono, e si convertono in un terriccio assai proprio alla vegetazione; che in conseguenza, per ultimo, il letame vuol essere vecchio, vuol essere conservato da un anno all’altro prima di spanderlo sui terreni. Così facendo non si getterà l’opera invano; il vento non potrà più distruggere in un atomo tante fatiche; il letame sarà utile e proficuo perchè ricco dei sali, e dei prodotti della fermentazione, e le terre si faranno perciò più grasse, e più produttive.

Altro e gravissimo incaglio all’agricoltura Vigezzina sta nell’eccessiva divisione dei terreni. Ben si può dire infatti, che in un area equivalente ad una giornata di Piemonte vi sono bene spesso cento possidenti. Questo fa che una buona porzione di terra viene consumata dalle necessarie limitazioni fra un padrone, e l’altro; che in questi campicelli, ed in questi prati grandi come una stanza da letto, non può venire introdotta una buona coltura; che in cento anni si consuma il valore dei fondi nelle spese, a cui danno luogo i contratti di compra, di vendita, di permuta, ecc., tanto frequenti quanto moltiplicate sono le proprietà; che infine gli abusi non possono sradicarsi, e gli utili miglioramenti introdursi. Ben sappiamo che in un povero e sterile paese di montagna, in cui non vi sono ricchi signori, ed io cui tutti sono possidenti, non si possono avere, o pre-