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che tutto si fa perchè essa non riesca proficua come in tutti gli altri paesi. I conduttori dell’acqua scavati nella terra dei prati irrigabili si conservano gelosamente in quel posto, in cui furono collocati dal primo Vigezzino abitatore. Tutti gli anni si sgombrano; tutti gli anni si estraggono delle terre, che si pongono ai lembi, ed i canali già di molte oncie più bassi del suolo se ne vanno tuttogiorno infossando maggiormente. L’acqua irrigatoria o ristagna in quei condotti, trapela senza frutto nelle viscere della terra; o giunge appena appena a toccare la decima parte del prato, dappoichè essa per legge di natura non può dal basso salire in alto. Si aggiunga che la superficie dei prati è del tutto irregolare, e che l’acqua anche da questo lato incontra ad ogni momento infiniti ostacoli per dilatarsi. Per migliorare dunque, ed accrescere la ricolta del fieno nei prati irrigabili conviene far sì che i canali conducenti l’acqua si trovino nei luoghi più elevati; conviene per conseguenza otturare gli antichi coi materiali che si ricavano nella formazione di nuovi condotti, che vogliono esser larghi, ma poco profondi e ben livellati; conviene poi ripetere sovente quest’operazione, e sempre nello scopo di abbassare i luoghi più elevati, e riempire i più bassi. Così facendo, i prati riceveranno presto la necessaria livellazione, e l’acqua irrigatoria sparsa su tutto il terreno riescirà il doppio; il triplo proficua di quello che ora non sia.
La letaminazione, bisogna tanto importante per tutti i terreni, e doppiamente per quelli della valle Vigezzo già per se stessi aridissimi, e sabbiosi, è al certo essa pure una grande magagna che riscontrasi nell’agricoltura Vigezzina. Si raccolgono le foglie secche del castagno, del faggio, del rovere; si spandono al di sotto delle bovine, e dopo breve tempo si portano sui prati, e sui campi onde letamarli. In pochi giorni sono le delle foglie del tutto asciut-