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trascura di smovere, e raccogliere a suo tempo la terra all’intorno del gambo? Con una simile coltura certo che anche le fertilissime pianure Lombarde cesserebbero dal produrre il gran turco, che tanti migliaia di persone ora alimenta. Seminate, o donne, questo grano in maggio, e per maggior sicurezza il così detto quarantino; fate che una pianta sia distante dall’altra, per lo meno otto oncie; lasciate vuoto il suolo da altri legumi, affinchè il sole possa dardeggiare sulla terra; finalmente smuovete questa terra ogni tanto tempo, e raccoglietela intorno al gambo allorchè trovasi all’altezza di circa un braccio, e vedrete che la meliga forse farà bene anche in Vigezzo. Sappiate che esperimenti guidati da tali principii riuscirono felicissimi, e che un campo a meliga rendette più di due volte quello che avrebbe dato seminato a segala.
La coltura dei pomi di terra è già estesa, e produttiva in Vigezzo; ma non è scevra anche questa da alcuni errori, e specialmente da quelli che commettonsi nella coltura della meliga. In primo luogo non i più cattivi, i più piccoli, ed i meno maturi, come d’ordinario succede, ma destinate alla produzione i tuberi più belli, più perfetti, se volete che la specie non degeneri, e che anzi migliori; seminateli poi a discreta distanza l’uno dall’altro; ripulite i campi dalle erbe nocive; smovete frequente la terra, e rincalzate ben bene il gambo allorchè giunge all’altezza di circa sei oncie. Così le radici avranno campo di dilatarsi, di moltiplicarsi, e la ricolta non solo sarà più considerevole, ma pure più bella, più perfetta. Conviene anche qui persuadersi, e ripetere che rendono più cento piante bene coltivate, che duecento neglette, stivate le une sulle altre, e soffocate in modo da non potere nè dilatarsi, nè prosperare.
L’irrigazione dei prati, dove ha luogo, non può essere più barbaramente condotta che in valle Vigezzo. Si direbbe