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Poco lungi dalla sommità della Pioda di Grana trovasi una miniera di porcellana dì finissima qualità, e che venne già descritta da Amoretti col nome di Kaolino. Giace in un filone perpendicolare agli strati di granito in tavole, da cui risulta tutto quel monte colossale. Questo filone, che ha molti piedi di larghezza, è di una sostanza grigio-nericcia, lamellosa, e tenera, entro cui corrono rilegature candide, che sono di Kaolino. Esso è infatti di un bianco candido, cristallizzato in collonnette fibrose, quadrangolari, troncate in cima, ove formano ora un quadrato, ora un rombo. Lungo il filone trovansi delle grotte più, o meno spaziose tutte rivestite nell’interno da siffatte colonnette fibrose, che lasciate lungamente all’aria sfioriscono, e seccate si convertono in finissima, e candidissima polvere. Il kaolino essendo stato spedito a Parigi fu trovato eccellente per fabbricare della porcellana finissima. Noi pure lo abbiamo diligentemente esaminato, e solo ci sembrò che fosse esso poco permeabile all’acqua, per cui la di lui pasta non mostrerebbe quella tenacità, che crediamo necessaria per simili fatture. Dopo diversi esperimenti ci fu però dato conoscere potersi riparare a questo difetto coll’incandescenza: esposto il kaolino a fuoco forte, mentre non perde alcuna delle sue proprietà, acquista invece quella di stemperarsi facilmente nell’acqua, e formare colla medesima una pasta non meno tenace di quella della creta. Per la qual cosa stimiamo noi pare questo minerale convenientissimo alla formazione della porcellana; ed una fabbrica in valle Vigezzo, dov’è abbondantissima la legna da fuoco, potrebbe provvedere lo stato di squisita porcellana con grande lucro di chi la intraprendesse.

In un monte al di sopra, ed al sud di Malesco trovasi una miniera di marmo bianco, che al dire dell’Amoretti, non invidia il Carrarese. Difatto esso è d’un bianco candido, di una grana fina, e suscettibile di bella pulitura. Il pa-