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La catena al nord del piano sino al di sopra dei luoghi abitali mostrasi popolata di piante di castagno, noce, faggio, e di qualche bedola: più in alto, come pure tutta la catena meridionale è coperta da abeti, larici, peccie, tiglie (pinus abies, larix, picea, silvestris, Linnaei). La maggior parte di siffatte piante essendo sempre verdi, fanno nell’inverno mirabile contrasto col bianco delle nevi da cui è coperto ovunque il suolo, e compartiscono ai monti Vigezzini un aspetto di coltura, e di amenità che sorprende. Ricchi poi sono tanto il piano, che i monti di Vigezzo, di arbusti, ed erbe medicinali, fra i quali il ginepro, il veratro bianco, l’arnica, il colchico, la genziana, il lichene islandico, il rododendro ferrugineo, l’imperatoria, i polipodii maschio, e femmina, ecc. ecc.

VII.

Miniere.

Nessuna miniera coltivasi presentemente nella valle Vigezzo, quando si eccettuino alcune cave di carbonato calcare, che somministrano la calce agli usi del Mandamento. Vi sono però dei filoni di minerale ferrugineo al di sopra di Crana, ed al piede del Gridone premenzionato, ed in quest’ultimo luogo eranvi altre volte fucine destinate al ricavo del ferro. S’ignora il perchè siano state abbandonate, se pure non provenne dalla qualità del ferro che si otteneva, che dicesi troppo dolce, e non conveniente agli usi ordinarii. In un paese però dove tanto abbonda il combustibile, ed in tempi in cui la costruzione delle strade ferrate consuma un’immensa quantità di ferro, la coltivazione delle miniere del Gridone potrebbe forse essere ripresa con isperanza di cospicui guadagni.