Pagina:Cavalli - Cenni statistico-storici della Valle Vigezzo I.djvu/40

   22

la Pioda di Crana al nord, ed il Gridone all’est: le loro altezze dal suddetto piano sorpassano i mille metri. Dalla sommità del Pizzo di Ragno si veggono al nord, ed all’ovest le immense catene delle alpi coperte di ghiaccio perpetuo, e simili colle ineguali loro vette ad un mare burrascoso; al sud-ovest il Lago d’Orta, e suoi contorni; al sud il Lago Maggiore, e le pianure del Novarese; al sud-est i contorni di Varese, e la magnifica pianura Lombarda.

Tutti i monti della Valle hanno delle strade praticabili sino alla sommità non solo agli uomini, ma pure alle bestie bovine, alle capre ed alle pecore, le quali tutte, riunite in mandre più o meno numerose, nei quattro mesi dell’estate vi trovano un pascolo eccellente. Su tali alture si vedono perciò di tratto in tratto stalle e capanne, che servono di ricovero ai pastori, e di ripostiglio al latte, formaggio, e butirro, che vi si fanno.

In una valle profonda dietro il monte, su cui giace Craveggia, e poco lungi dal luogo, in cui incomincia la valle Osernone, membro del Cantone Ticino, trovansi i cosi detti Bagni termali di Craveggia egregiamente descritti dal Professore Ragazzoni in due sue memorie stampate a Novara, l’una nell’anno 1816, l’altra nel 1823. Tali acque che scaturiscono dal monte, e poco lungi dal fiume che scorre nel fondo di quella valle, hanno la costante temperatura di gradi 22 positivi Reaumur; sono trasparenti, inodore, alquanto untuose al palato, inalterabili all’aria, e di un peso specifico uguale a quello dell’acqua distillata. Secondo Ragazzoni contengono esse dei solfati di allumina e di calce, con poca quantità di zolfo, e devonsi perciò considerare come acque salino-termali. La facoltà medica Parigina, che ad invito del Ministro dell’Interno di quel Regno, instituì nell’anno 1819 l’analisi delle acque di Craveggia, per ogni litro di quella, che attualmente adoprasi nei bagni, trovò