Buttogno trovasi pare sul pendio di detta corona di monti, all’altezza di circa metri quaranta dal piano, ed un quarto d’ora al’est di Druogno, ed all’ovest da Santa Maria Maggiore. La sua popolazione è di anime 238, cioè maschi 112, e femmine 126. Vuolsi che questo Comune fosse in altri tempi composto di tre membri denominati Buttogno, Mazzano, Maggioni e che questi ultimi restassero spopolati dalle pestilenze degli anni 1513 e seguenti. Che il morbo più che in ogni altro infierisse orrendamente in questo luogo non v’ha dubbio. Abbiamo sott’occhio un rescritto delli 10 aprile 1515, col quale Ottaviano della Porta, Prevosto, e Canonico della Cattedrale di Novara, e Vicario Generale Capitolare approvò, e confermò il voto fatto dal Comune di Buttogno di far festa dopo nona di ciascun sabbato in onore della B. V., e ciò per essere liberati dal morbo pestifero esistente in detto luogo. Da una pergamena poi delli 19 marzo 1517 appare che il Padre Cristoforo Georgio Veneziano, Monaco di San Benedetto della Congregazione dei Celestini, Abate di Santa Maria Maggiore di Lucca, e Commissario Apostolico a petizione degli uomini di Buttogno commutò l’anzidetto voto, e quello pure in esso menzionato di recarsi processionalmente ogni anno a S. Giulio d’Orta, ed ivi offerire lire cinque imperiali nelle seguenti pie opere: 1° Che facessero celebrare una Messa in canto, e quattro sotto voce in ciascuna festa della natività della Madonna, e nella Chiesa di Santa Maria: 2° Che nella festa del Corpus Domini dovessero accendere due candele avanti il Sacramento del peso di due libbre ciascuna: 3° Che in ogni Venerdì Santo dovessero quei di Buttogno andare alla Chiesa di Santa Maria, ed ivi avanti l’imagine della immacolata Vergine recitare sette pater e sette ave Maria, solo dispensati gl’impotenti ed assenti che avrebbero potuto recitarli in quel luogo ove si trovavano: 4° Che a vece della processione mandassero ogni anno a S. Giulio due persone