samente nominato, e pronunciò Re d’Italia Enrico Duca di Baviera, Re di Germania. Enrico però trattenuto dalla guerra
al di là delle Alpi non potè trasferirsi in Italia che nel 1013,
ed intanto Ardovino perseguitò acremente l’Arcivescovo di Milano, e tutti i Vescovi suoi aderenti, fra quali quello di Novara. Occupato però il Regno da Enrico, e creato Imperatore in Roma nel 1014 da Benedetto Ottavo, con diploma dello stesso anno diede al Vescovo di Novara Pietro Prudente molte terre, e fra queste l’Ossola, da lui chiamala Comitatulo (Vedi Documenti classe 1. N° 2) con ogni civile, ed ecclesiastica giurisdizione. E da questo punto incomincia precisamente la Storia Ossolana, e la serie dei fatti, che noi andremo di mano in mano narrando. Per la donazione di Enrico questi luoghi si videro separati dalla restante Italia, e specialmente dall’Insubria, di cui sembra facessero parte, e costituiti in un corpo di nazione semi-indipendenle che pel tratto di tanti secoli governossi con leggi, e statuti particolari, e col nome generico di Corte di Matarella; nome desunto da quello di un
forte Castello, che trovavasi in vicinanza di Domodossola. Sembra infatti che i Vescovi di Novara si limitassero nelle cose temporali all’esercizio dell’alto dominio, e lasciassero ai popoli dell’Ossola una piena libertà in riguardo al loro economico interno regime. Infatti sino da que’ remoti tempi tutti gli uomini d’un paese riunivansi allo scoperto per trattare delle cose comuni, e per nominare il loro Console. Tutti i Consoli poi di una giurisdizione riunivansi nel Capo luogo, e cosi per rapporto a Vigezzo in Santa Maria Maggiore. In queste riunioni, sin d’allora chiamate consigli o generali credenze, deliberavano intorno alle spese ed alle entrate pubbliche, intorno alle leggi interne del paese, ed intorno a quant’altro l’intiera valle risguardasse. Nominavansi pure dei deputati generali perchè in assenza del Consiglio provvedessero alla
cosa pubblica, ed all’esecuzione degli ordini. Tutti i depu-