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ture erano già in uso presso gli antichi tempi pagani, e che sotto il nome di geroglifci costituivano il mistico linguaggio dei sacerdoti egizi. Sappiamo eziandio, che molle delle primitive chiese Cristiane vennero costrutte coi materiali di questi edifizi, ed anche puramente scambiate dal cullo idolatrio a quelle del vero Dio. Perciò in quei primi tempi vedevansi ancora le pagane sculture, ed introducevasi quel genere di architettura, che durò poi sino al Medio Evo, e che rituale o simbolico chiamossi. Si aggiunga, che i primi edifizi innalzati al culto cristiano ritraevano molto delle famose sotterranee catacombe, nelle quali i primi fedeli rifuggivansi onde pace implorare, e pace trovare contro le incessanti sterminatrici persecuzioni: erano perciò bassi, angusti, oscuri, con una sola ed ampia porta, con grande semplicità, e quale in somma per noi si disse essere stato quello credo ai tempi di San Giulio nella valle Vigezzo, e cosi sul finire del trecento dell’era nostra.
Ed a più ampia prova di quanto si disse, non che a maggiore illustrazione delle Vigezzine storie, noi riportiamo letteralmente il contenuto di una pergamena dell’anno mille, e cinquecento, ed esistente nell’archivio della nostra chiesa. Essa incomincia: In nomine Domini amen. Anno nativitatis eiusdem millesimo quingentesimo indictione tertia, die lune prima mensis lunii. In loco de Sancta Maria vallis Viglietii, ibique in domo beneficii domini presbiteri Antonii Melerio beneficialis dictae Ecclesiae: Cum ita sit quod ab antiquo per paucos principales Cristianorum in dicta valle Viglietii constructum, et edificatum fuerit templum unum magnum cum testudinibus, et campanile maius sub nomine et ad laudem Omnipotentis Dei, et Sanctae Virginis Matris. Et quia ipsum templum de intus obscurum erat ob exiguitatem fenestrarum rito antiquo constructarum; tandem voluntate Divina et gloriosae Virginis Mariae iam superioribus annis