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Maggiore, chiesa assai spaziosa e magnifica, con un oratorio detto in Druogno su la sboccatura della stessa Valle e ciò viene asserito, continua lo stesso autore, per tradizione antica dedotta da loro maggiori, e per la forma dell’antica architettura; ma per l’asprezza dei monti inaccessibili rivolsero i Santi i loro passi indietro, riportandosi nelle pieve di Omegna ecc. ecc. L’abbate Carlo Michele Giulino nella vita e nei miracoli dei santi confessori Giulio prete, e Giuliano diacono, stampata in Piacenza nel 1749 annovera fra le chiese fabbricate da S. Giulio la parrocchiale di Santa Maria Maggiore in valle Vigezzo, ed un oratorio in Druogno. Il Bescapè (1) chiama la chiesa di Santa Maria matrice di tutte le altre, e come il Giulino fra i popoli soliti recarsi annualmente, e processionalmente all’isola del Santo annovera quelli di Santa Maria di Vigezzo. Il Capis poi (2) chiama egli pure antica la chiesa di Santa Maria, e dice essere appellata Maggiore perchè matrice di tutte le altre. In una pergamena portante la data delli 24 febbraio dell’anno 1022 da noi posseduta, trovasi indicato per testimonio un certo Ioannino, Parroco di Santa Maria, e sottoscritto un certo Bernardo, Notaio de Sancta Maria de Vigetio. Tale documento prova dunque in via assoluta che la nostra chiesa non solo esisteva , ma già era costituita in parrocchia al principio del mille, vale a dire nove, e più secoli or sono.

Per rapporto all’architettura, sanno i lettori Vigezzini, che questa chiesa era di molto infossata nella terra , con piccole aperture, e piccolissime finestre, per modo che riusciva assai oscura anche di pieno giorno: sanno poi che era tutta composta di pietra ollare, detta comunemente Lavegera, e che su tutte le pareti vedevansi tratto tratto scolpiti dei grotte-

  1. Novaria, pag. 187-230
  2. Memoria della Corte di Matarella. Milano 1673.