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supposizione non s’avvicinerebbe mai al vero. Erano i Cimbri popoli del nord, e di forme tali, che gli stessi soldati Romani ne restavano spaventati. Mario dovette restarsene per molto tempo neghittoso al cospetto del nemico onde assuefare le proprie genti a mirare senza terrore quelle brutte faccie, e Catulo vide le sue legioni fuggirsene precipitosamente si tosto che mirarono da vicino quelle straordinarie figure. Estrema era poi la loro ferocia, o per meglio dire, la loro barbarie. Al vedere i nemici mettevano degli urli da demonio, e non vi era cosa al mondo, che potesse intimorirli. Vinti poi, uccidevansi da se stessi anziché cadere nelle mani dei nemici. Dopo la sconfitta loro data da Mario, e nella ritirata , le donne cimbre uccidevano tutti i fuggiaschi, che capitavano alle loro mani, fossero essi i padri, fossero i mariti, od i fratelli; per ultimo i propri bambini; e se stesse strangolavano, attaccando i capestri alle corna dei buoi, e quindi aizzandoli a fuggire. Fu veduta una madre sospendersi alla cima di un timone con due suoi figliuoletti di quà e di là sospesi con un laccio ai taloni delle sue piante.

Ora simil gente, al numero, come si disse, di oltre seicento mila, ognuno può immaginarsi come trattasse i paesi pei quali passava, e come trattasse la nostra povera Valle. I monti, le sole Vigezzine rupi potrebbero narrarlo; ma i monti, e le rupi si mantengono muti, e lasciano le circostanze tutte di tale passaggio, e dei danni recati, sepolti nella più profonda oscurità. Ed in questo buio se ne giacciono pure gli avvenimenti, che seguirono in Valle dappoi, e sino al quarto secolo dell’era volgare. Il perchè alieni dalle arbitrarie supposizioni , e molto più poi dalle invenzioni, con che soglionsi da molti riempire le lacune lasciate dal tempo, ci è giuoco forza portarci in un tratto all’epoca avventurata, in cui la Cristiana religione rigenerava le Vigezzine genti, e Divina luce, inestimabile conforto apportava a queste alpestre regioni. Sembra fuori d’ogni