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chiamati anche col generico nome Celto-Sciti, procedenti in pria dalle nordiche regioni, ed in ultimo luogo dalle Spagne, avviavansi in numero di oltre seicento mila alla volta di Roma. Gli Ambroni, ed i Teutoni seguivano le coste del mare Mediterraneo, e recavansi all’incontro di Mario accampato alle sponde del Rodano, e colà ritrovavano sconfitta e morte. I Cimbri, separati dai compagni , avanzaronsi più verso il nord contro Catulo, il quale non credendo di opporre ostacolo al loro passaggio dalle Alpi, ritirassi alle sponde del fiume Atisone (Aτιδωυα); ma respinto anche da questa posizione lasciò ai barbari la regione che venne da essi occupata. Mario intanto prima a Roma si recava, e poscia Catulo raggiungeva, e conveniva coi Cimbri di combattere il tergo giorno in campo ad Vercellas.

Or bene alcuni Autori ignorando, per quanto sembra, il fiume Atisone, e scambiandolo coll’Athesis, ossia coll’Adige, fecero calare i Cimbri dai gioghi Tridentini, e fecero per conseguenza seguire la famosa battaglia loro data da Mario non ad Vercellas ma bensì presso Verona. Chi primo commise tale errore che fu poscia copiato, come suole, da molti altri senza punto curarsi di meglio esaminare la cosa, sembra essere stato l’istorico Floro il quale dice apertamente, che i Cimbri superavano le Tirolesi vette; che Catulo fu cacciato in Venezia, ove penuriava di vino e di carni; che i Cimbri invece ne abbondavano a segno, da lasciarsi dai medesimi ammollire. Dove egli, posteriore di tanto tempo ai fatti, traesse simili cose, noi al certo noi sappiamo, e forse nol sapeva egli stesso. Ben sembra che ignorasse l’esistenza, ed il nome del fiume Atisone; che non trovando altro nome che meglio corrispondesse fuori dell’Athesis, a questo si appigliasse, e che commesso il primo errore, ne seguissero tutti gli altri. A tale supposto tanto più siamo inclinati, inquantochè sappiamo, che il sopraccitato istorico amava di ornare le