Pagina:Catullo e Lesbia.djvu/304

298 annotazioni.



Pag. 194.          Iucundum cum ætas florida ver ageret.

La giovinezza, primavera della vita: ætatis breve ver, come la chiama Ovidio; l’ età più bella e più fiorita, come dice Petrarca. All’entrare nella virilità, i Romani vestivano la toga bianca, vestis pura, a differenza della pretesta, ch’era orlata di porpora e indossata generalmente dai giovanetti, o dai magistrati e dai sacerdoti; e della candida, che si usava dai concorrenti ad onorevoli cariche, dalla quale eran detti candidati.


Ibidem.          Multa satis lusi.

Cioè, feci molto gioco di carmi, scrissi molti versi per passatempo; non, come intendono i più, pugnai molto in amore. Manlio domandava libri e carmi al poeta, non già notizia delle sue bravure amorose.


Pag. 196.                                   Non est Dea nescia nostri,
                            Quem dulcem curis miscet amaritiem.

Sì, perchè il soggetto di quelle poesie giovanili era ispirato dall'amore, che al dire di Plauto:

                              et melle et felle est fecundissimus.
Gustu dat dulce, amarum ad satietatem usque aggerit;

o, come s’esprime il Petrarca,

Nel nostro dolce qualche amaro mette;

che corrisponde a quell’adagio: Plus alöes, quam mellis habet, e a quell’altro: Amore è una pillola inzuccherata.