Tacer non posso, o sacre Muse, intanto,
Come e con quanti officî e in quale obietto
M’abbia Manlio giovato; onde non sia 55 Che co ’l fuggir de l’obliose etadi
Tanta amistà chiugga ne l’ombre il tempo.
A voi, Muse, il dirò; voi lo ridite
Ai cento, a’ mille, e datemi che parli
Ai posteri lontani il verso mio. 60 ...............
Splenda il nome di Manlio ognor più vivo,
E sovra a l’opra mia, che intatto il serbi,
La tenue tela ordir non osi Aracne.
Ben voi sapete, o Dee, qual cura e quanta 65 La mutabil Ciprigna al cor m’inflisse,
E a che punto pugnommi, allor che a pari
De l’Etna, o de le Malie acque bollenti
Fra l’Oëtèe termopili, il mio petto,
Misero, ardeva ed in assiduo pianto 70 Si struggevan così questi occhi afflitti,
Che n’avea triste e rugiadoso il volto.
Qual da la cima d’un aereo monte
Balza tra’ muschi e al sol s’irida e frange
Un argenteo ruscel; giù per la fonda 75 Valle si volge ruïnoso, e in loco
Folto di greggi e di pastor perviene:
N’ha sollievo e delizia il viandante
Che lasso e di sudor molle, alla sferza
Grave del sol, che i campi aridi fende, 80 Durò lunga fatica; o qual tra un negro
Turbine che le navi agita, quando