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amore ed illusione. | 159 |
2.
IN MORTE DEL PASSERE
Piangete, o veneri, o amori, o voi
Che avete un’anima venusta e pia:
È morto il passere di Lesbia mia,
4E assai più amavalo degli occhi suoi.
Ei bono e docile era; a l’istante
Scernea l’amabile sua padroncina,
Qual carezzevole vaga bambina
8La madre scemere suole fra tante.
Stendea le picciole ali, schiudea
Il becco tenero, vêr lei pïando,
Giri e tripudî facea fin quando
12Ella nel candido sen l' accogliea.
Or, tolto ai lucidi rai del mattino
E a le delizie del suo soggiorno,
Per l’ombre funebri s’aggira intorno,
16Là, da cui riedere nega il destino.
Voi male abbiatene, sorde e funeste
Ombre del tartaro, che inesorate
Ogni più amabile cosa ingoiate,
20E a me il bellissimo passer toglieste!