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di alcuni traduttori di catullo. 147

parmindo.

Com’ho tradotto?

Camminar con tardo piede
Come appunto la formica
Che in vederla mette affanno.

autore.

Benissimo; cioè malissimo. Prima di tutto lei ha fatto male a leggere mirmice e non mimice; il camminare adagio come la formica non è nè turpe nè molesto. In secondo luogo le paion versi codesti suoi? e badi son tutti così da cima a fondo. In terzo luogo come appunto ha lei trovato che la povera formica mette affanno in vederla? Scommetto che lei preferisce il trotto dell’asino.

parmindo

(si ritira cantando con voce disperata).

Ho perso i miei sudori,
Se basta un sol momento
Di tanti allori e cento
A togliermi l’onor.

autore.

Finalmente! mi lasciano un momento in pace. Vuo’ dare una passata a quel mucchio di libri sudici, che m’ha portato stamani il salumaio; la fortuna è capricciosa: non è difficile vi sia qualcosa di buono; gli darò in cambio tutta questa robaccia da chiodi, che mi vien tuttodì da tutte le parti a ingombrarmi il tavolino. Vediamo. (Comincia a squadernare i volumi.)

Raccolta di canti popolari. N’ho già piene le tasche di queste raccolte: al diavolo tutti codesti libri fatti più col sedere che con la testa.