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E se appoggio a’l suo piè le chiome bionde.
Con parole d’amor strane e leggiadre
Ella ricorda e in un pensier confonde
L’infanzia mia, l’infanzia di mia madre.
Sacra testa canuta! E verrà giorno
Che posi anch’essa in qualche angolo ignoto:
Ed io, nata ad amar, guardando attorno,
Tutto avrò visto dileguar nel vuoto.
Diffusi allor ne la mia chiusa stanza
Nembi di fiori da ’l profumo acuto,
In un canto a la gloria e a la speranza
Volgerò a ’l mondo un ultimo saluto.
E secura in pensar che Dio perdona
Molto a chi molto lacrimò d’amore,
Del tuo pugnale io premerò la buona
Lama che scenda a darmi pace a ’l core.