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ALL’APERTO


PRESTO verrà la primavera, e allora
     Come liberi uccelli a i campi usciti,
     Per l’aria dolce che le siepi infiora
     Noi lasceremo i cittadini siti.

Scorderemo le pene, il mondo e l’ora
     Fra l’eriche, in sentieri alti e romiti,
     E ne ’l tramonto che le nubi indora
     Vedrem riflessi di celesti liti.

Poi torneremo: tu presso i tuoi dotti
     Libri, portando da i lontani colli
     Nuovo vigore a le feconde notti;

Io con la gioia in volto, il corpo stanco,
     Gli stivalini di rugiada molli
     E un grosso mazzo di ciclame bianco.