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LUTTO D’UN VIVO
I
DI fuori imperversava l’uragano,
Stridea come ferita aquila il vento:
Di dentro era una calma
Solenne e lugubre,
Da mettere ne l’alma alto sgomento.
Convulsamente ei le stringea la mano,
Ella piangeva susurrando: Addio!
D’ora in poi su la terra
Torniamo estranei;
Dopo sì fiera guerra ecco l’oblio.
E non l’oblio de la invocata morte,
Che con un manto di rugiada molle,
Di timo e di giacinti,
Lieve suol scendere
De i più diletti estinti in su le zolle;