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ELENA C.
M’HAN detto ch’era bella, ch’era un fiore
Esotico da’l Norte a noi venuto;
Che avea di bimba il riso ed un saluto
Superbo tanto da ghiacciar il core;
Ed un vitino d’ape: un tale amore
Che in una mano si saria tenuto;
Lo sguardo ora languente or risoluto,
Le trecce d’aureo veneto colore.
M’han detto pur, che in certa guisa strana
Gittava, tormentando il pianoforte,
Un detto arguto in una frase vana.
Io non la vidi mai, ma l’odio a morte,
Perchè un dì, tra due sigari d’avana,
Egli le ha fatto un briciolo di corte.