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SARTINE
TORNANO in quattro o cinque da ’l lavoro,
A braccio tutte in fila, allegre e pronte,
Co ’ ricci neri o la frangetta d’oro
Che la sizza sparpaglia in su la fronte.
Han le scarpe forate ed un tesoro
Di fantasia che irradia l’orizzonte;
Non ceneranno forse; e pur tra loro
La più modesta sogna certo un conte.
Triste ironia di quella vita! Il giorno
Maneggiar piume, fior, damasco e trine,
Per dormir poi con la miseria intorno.
o ne’l guardarle mi domando: E quale
Tra un anno avrà pariglia? E, poverine,
Quante ne saran morte a l’Ospedale?