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DOMENICA
È DI festa e su ’l vespro. A ’l davanzale,
Sfogliando un libro che non leggo mai,
Guardo sfilar là giù lungo il Viale
Chi lascia a casa le miserie e i guai.
Grave e inaccessa a ’l par d’una vestale,
Guida una Frine due cavalli bai;
Passan ne’l polverio, vestite male,
Mogli di farmacisti e di merciai,
Coppie d’innamorati, allegri crocchi
Di bevitori e confusi concerti
Di bimbi alteri de’ festivi fiocchi.
Vien l’ombra intanto: e que’ profili incerti
Seguendo ancor, mi sale il pianto a gli occhi,
Perchè stasera non potrò vederti.