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IV
LA più lenta carezza, o amica, è la migliore.
Tu il sai, tu che paventi l’istante quando l’ore
Ci ricordan co ’l tocco metallico e agghiacciato
Che già s’è fatto tardi, e che il tempo è passato
De l’accorto pretesto d’un bagno o de la messa;
Il punto in che si scambiano gli addii e la promessa
Di tornare. E d’abbracci segue un nuovo abbandono;
Ma ribatte implacabile de l’orologio il suono;
Tu vuoi fuggir, turbata.... Oh, momenti fugaci,
Ahimè, noi siam costretti a raddoppiare i baci!