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Ne ’l salone dorato,
Da i centenari specchi
Cadde l’argenteo strato, e ancor su i vecchi
Arazzi de la Fiandra,
A le pareti accanto,
Danzan pastori e ninfe
Ne i tarlati boschetti.
E scendon benedetti i raggi estivi
Che a quegli occhi sbiaditi,
Qual per magico incanto,
Rendon fulgidi e vivi
I raggi de gli amori impalliditi.
In un angolo oscuro
Una spinetta dorme;
E quando tutto tace ivi s’ascolta
Come un sospiro; è il vento
Che tra le corde freme,
O l’eco de le note che una volta
Con le melodi semplici
Di Pergolesi, l’ava
Da lo snello strumento
Fanciulla ancor, destava?
Schiudetevi, cassette
Odorose de i mobili intarsiati,