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DESIDERIO


O POVERE mie carte, e resterete
     Con secchi fiori e ciocche di capelli,
     Rinchiuse entro uno stipo, in fra segrete
     Ricordanze de miei giorni più belli!

Non è per voi di gloria avida sete
     Il duol che fa che in pianto io vi favelli,
     Io che sol chiedo a l’arte intime e liete
     Larve onde il ver per poco si cancelli.

Ma egli è il desio d’una manuccia bianca
     Che vi scompigli un dì, ne la parola
     Cercando questa offesa anima stanca:

La man che chiude gli occhi e che consola
     Quando la vita ne la madre manca.
     Voi, carte, ingiallirete, io morrò sola.