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A FLORA


MIA dolce bruna, ti ricordi quando
     De i diciotto anni ci rideano l’ore,
     I sogni e i versi che andavam cantando
     A la natura, a l’arte ed a l’amore?

Oggi alcun forse intorno a te, tremando
     Che la memoria tu ne serbi in core,
     Il mio balbetterà nome esecrando,
     Gli occhi storcendo co ’l più casto orrore.

E a bassa voce ti dirà novella
     Di stolte infamie e di viltà tessuta,
     Ma tu, levando la testina bella

Come in atto di sfida audace e muta,
     Rispondi pur ch’io mi son sempre quella
     Disdegnosa che un tempo hai conosciuta.