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da milano a venezia 63

comprende 7 milioni di metri cubici di terrapieno, non importa che due milioni di metri d’escavo; lasciando cosi uno sbilancio di 5 milioni di metri cubici da prendersi sui campi circostanti. Ora in molti luoghi piani, eom’è la maggior parte della linea, e nei luoghi paludosi non si possono fare scavi profondi. E se, per supposto, si calcola che in termine medio si possa anche oltrepassare la profondità di due metri, sarebbe mestieri devastare una superficie di due e più milioni di metri, ossia circa tremila pertiche milanesi. E in questo bilancio di scavi e terrapieni che si mostra il giudizio pratico dell’ingegnere. Le grandi escavazioni sono poi quasi tutte ammassate in pochi luoghi, quindi non si possono facilmente compensare col terrapieno. Perlochè, la somma indicata dal sig. Milani sarebbe a triplicarsi, se non vi fosse la speranza che la perizia pratica degli stessi appaltatori supplisca alla mancanza di diligenti e veri studj, cosicché il movimento di terra possa crescere di prezzo e diminuir di quantità nell’atto stesso degli appalti. Un esperto ingegnere ei mostrò che sul solo tronco da Milano all’Adda si possono risparmiare 140 mila metri cubi di terrapieno, senza danneggiare menomamente le pendenze, e senza pregiudicare le aque correnti.

Nelle più recenti strade il peso delle guide si andò sempre accrescendo, e per l’esperienza delle gravose manutenzioni, e per potervi adoperare locomotive di maggior potenza e però di maggior peso. Nei nostri progetti la bisogna camminò al rovescio. Fin da principio si erano raccomandate guide di 37 chilogrammi al metro; nel preventivo Campilanzi, risultavano di 30 incirca, a prezzo inglese, e importavano più di 14 milioni di lire. Nel primo progetto Milani vi si detrasse un milione; nel progetto a stampa altri due milioni; e così avremmo guide di soli 27 chilogrammi. E una partita che bisogna adunque accrescere per lo meno d’un quinto; il che ammonta a parecchi milioni.

Sotto le rotaje si era proposto di porre dadi di pietra, poi d’unir due dadi in un sol traverso; e il sig. Milani propose lastre di granito, lunghe tre metri (circa 5 braccia), larghe mezzo metro, e grosse, o ben piuttosto sottili, 9 centimetri. Dovevano essere poste attraverso alla strada di metro in metro; e siccome ciascuna era larga mezzo metro, così riunite le pietre d’ambedue le rotaje, si avrebbe